Robert Sheehan: due anime d'attore in Misfits e Killing Bono

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Sally.
view post Posted on 28/6/2011, 15:02




Irlandese, sveglio e dalla parlantina brillante, ha debuttato a 15 anni in Angeli Ribelli e oggi è noto soprattutto per il serial di successo Misfits. Ma Robert Sheehan,
classe 1988, ha le idee molto chiare in testa e diversi progetti in
cantiere. Ad esempio, se la sua carriera andasse male, non gli
dispiacerebbe affatto osare una carriera musicale, "però meglio non farmi cantare - avvisa sorridente sul palco del Taormina Film Fest - altrimenti poi mi cacciate".



In autunno vedremo la terza stagione di Misfits, è vero che lei non ci sarà?

Sì, o meglio, in una scena in realtà mi vedrete. Non voglio soffermarmi
troppo sul motivo per cui non sarò più tra i protagonisti della serie,
però vi assicuro che ci sarò in un episodio. Di più non posso dire, se
non che il bello della prossima stagione sarà la sua connessione stretta
con le nuove tecnologie, tra web, Twitter, Facebook, a dimostrazione
che la storia più essere raccontata in più formati e mezzi.



Parliamo della sua esperienza nella serie in questi anni, come la definirebbe?

Come un incredibile turbinio di eventi. E' stato bello vedere un
prodotto creato in una piccola stanza nel sud di Londra diventare
un'incredibile avventura su un set "gotico" dove accadono cose
decisamente strane.







Robert Sheehan nella stagione 2 di Misfits
Ha incontrato qualche difficoltà, magari all'inizio?

Il cast era già ampio, sapevo che avrebbero creato un gruppo molto
dinamico, divertente, matto, in una parola perfetto per la serie. Io mi
sono semplicemente aggiunto a questo gruppo, facendo un provino
incredibilmente andato bene, perché feci un vero casino nel leggere la
mia parte e poi in genere non sopporto le audizioni lunghe ed
estenuanti. Per fortuna mi chiesero di tornare il giorno seguente, così
ho potuto conoscere meglio gli altri personaggi, interagire con loro e
capire bene quale parte avrei potuto interpretare e come. Quindi,
insomma, mi sono unito al team Misfits molto presto.



In Misfits interpreta un personaggio caustico, in Killing Bono uno che antepone il rapporto affettivo al successo: in quale si rivede di più, Nathan o Haven?

In entrambi: il personaggio che interpreti deve sempre, in qualche modo,
venire da te. Così in Nathan ho amplificato il mio lato insopportabile
ed è stato divertente perché ero veramente odioso. Non lo sono nella
vita quotidiana, anche perché si stuferebbero di me. Haven invece è un
personaggio innocente, viene preso per mano e portato nel mondo della
musica, ha molta più umanità.



Da cosa trae ispirazione quando recita?

Mi ispiro molto a performance brillanti viste in film e show televisivi,
come tutti cerco di imitare, e speriamo non scimmiottare, quelli che
ammiro. E sto attento a notare le differenze tra un personaggio e un
altro, in questo vivere a Londra è utile: è piena di personaggi strani,
basta guardarsi attorno per vedere tipi buffissimi. L'uomo della strada
resta per me l'ispirazione più grande, se reciti un ruolo devi essere
realistico e saper osservare bene la vita quotidiana.



Ben Barnes e Robert Sheehan, protagonisti del film Killing Bono
Tornando a Killing Bono, è vero che ha lavorato molto anche prima delle riprese?

Sì, intanto perché avevo letto l'omonimo libro dove si racconta l'avventura dei Feedback,
una band di pessima qualità che non ha avuto successo, se non solo in
un primo breve periodo. I fratelli McCormick, che componevano la band,
erano compagni di scuola di Bono
degli U2 e la prospettiva di Bono è stata quindi usata per vendere di
più il libro e raggiungere più pubblico possibile. E' un libro sulle
memorie dell'industria musicale, e sul fallimento di una band che
cercava di reinventarsi ogni volta: cercavano di essere un po' pop, un
po' rock, la verità è che non vennero mai scritturati. Solo una volta
fecero un concerto ma il teatro che li ospitava chiuse il giorno dopo:
avevano la peggior reputazione del mondo. Insomma, due-tre anni fa lessi
la bozza della sceneggiatura, ed era già molto divertente, poi furono
apportate diverse modifiche e la lavorazione del film fu posticipata di
continuo fino a gennaio 2010. Ho seguito molto la preparazione per mesi
prima che iniziassero le riprese, e ricordo che smaniavo: non vedevo
l'ora di metterci al lavoro sulla sceneggiatura e realizzare il film.



Infine, che rapporto ha lei con la musica?

Da piccolo scrivevo molta musica, amavo suonare strumenti irlandesi tipo
la cornamusa con la pelle di capra e poi il banjo. A scuola il mio
preside sapeva che suonavo in un pub fino a tardi e quindi mi faceva
passare certi ritardi. Sono cresciuto coi musicisti, e durante le
riprese mi sono esercitato moltissimo con la chitarra e ho anche
cantato, facendo un po' di voce di supporto e coro. A dire il vero a
fine film c'è una mia canzone, ma intonavo un'ottava più bassa.



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